Presente
In morte, presunta, di un amico
La notizia falsa della morte di una persona si è prima diffusa e poi è stata pubblicata: ma nessuno ha pensato di verificarla?
Renato Cantore
Molti anni fa, è uno dei miei ricordi di quando ero poco più che un bambino, a Potenza passò di bocca in bocca una tristissima notizia. Quella della morte di Bruno Pistone, un medico molto amato in città, uno di quei dottori di una volta che se eri malato venivano a casa anche in piena notte, che rispondevano al telefono ed erano a disposizione sette giorni su sette, ventiquattr’ore al giorno. Facile immaginare lo sconcerto e il dolore di tante persone che lo conoscevano e gli volevano bene. I più solerti, temendo che, in previsione della grande partecipazione alle esequie, potesse finire la materia prima, si affrettarono a ordinare le corone di fiori, e qualche fioraio cominciò a sistemarle davanti al portone di casa del presunto defunto.
Il povero dottore però non aveva ancora nessuna intenzione di lasciare questo mondo. Aveva avuto un infarto, era finito in ospedale, ma per sua e nostra fortuna si sarebbe ripreso in fretta per tornare a dedicarsi ai suoi ammalati.
Quelle corone di fiori davanti al portone di casa comunque gli portarono bene. Il dottor Pistone se n’è andato davvero solo qualche anno fa, dopo aver festeggiato il suo centesimo compleanno.
E cento anni li compirà certamente il nostro caro collega e maestro che nel pomeriggio di ieri è stato dato per morto da una “voce di popolo” partita chissà dove e da chi, e approdata sulla grande agorà dei social, dove si è scatenata una macabra e tristissima corsa a chi dava per primo la notizia o a chi scriveva il necrologio più colto e ispirato, con corredo di citazioni dotte e testi poetici.
Il poverino, candidato a sua insaputa all’estremo saluto dei suoi tanti estimatori, in questo caso non aveva avuto un infarto e neppure un leggero raffreddore. Stava tranquillamente a casa con la moglie, leggendo, scrivendo e guardando la Tv. Tra l’altro, come il compianto dottor Pistone, è una persona che risponde al telefono. Tutti hanno il numero di casa e il suo cellulare. Bastava fare una telefonata per accertarsi che la voce che circolava era una bufala, partita con ogni probabilità dal suo paese, Tricarico, dove qualche suo concittadino deve aver esagerato con il pranzo della Candelora a base, secondo tradizione, di fusilli al ragù e abbondante vino paesano.
Macché. Verificare la notizia? Roba vecchia, d’altri tempi. E perché perdere tempo per accertarsi di una notizia, se quello che importa è essere primi a darla, bruciare tutti sul tempo, tirar fuori la fotografia giusta?
Di post in post, la triste notizia è rimbalzata su siti autorevoli, come quello delle Pro loco di Basilicata o del più prestigioso circolo letterario, facendo capolino anche sul notiziario online di un importante network televisivo solitamente molto informato.
Il collega in questione, per fortuna, non è superstizioso ed è una persona di spirito. Si è molto divertito a leggere dal vivo i suoi necrologi. A pensarci bene, è un privilegio che non capita a tanti.
E la storia potrebbe chiudersi qui. Se non fosse che si lascia dietro un velo di tristezza. Sgonfiata dopo qualche ora la bolla della falsa notizia, non che qualcuno abbia avuto la sensibilità di fare autocritica, di scusarsi. Niente. C’è chi si è giustificato citando l’autorevolezza della fonte (?), chi ha trasformato la pagina Facebook “Tricarico News” nella CNN, chi ha provato a fare spallucce dicendo che, alla fin fine, è stato anche questo un modo per onorare il Maestro, chi, più pudicamente, ha cancellato il post e si è allontanato dalla tastiera per una salutare pausa di qualche ora.
Ma da oggi sono tutti pronti a ricominciare.
Avanti il prossimo, e lunga vita al nostro caro amico e collega e a quei pochi – ne esistono ancora – che prima di dare una notizia hanno la cura di verificarla.