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Export, ultimi e la colpa non è solo dell’auto (che torna a vendere qualcosa in Usa)
Incassata la revisione dei dati del 2024 che così avevano fatto schizzare l’export nei primi sei mesi oltre il 10%, l’esportazioni lucane nei primi nove mesi del 2025 tornano nel profondo degli abissi.
Complessivamente le merci esportate si sono attestate a poco più di un miliardo (1,034 e spiccioli) a fronte dei quasi 1,2 (1,177 e spiccioli) dei primi nove mesi del 2024.
Il dato peggiore di tutte le regioni italiane: -12,1%.

Togliendo auto e petrolio, così per capire come va il resto che non dovrebbe dipendere da decisioni esogene, si raggranella un misero 0,3% frutto di un saliscendi generale che alla fine deve ringraziare il buon andamento dei prodotti agricoli (frutta e ortaggi), dei prodotti da forno (Ferrero) e siderurgia che riempiono i buchi aperti dai computer, dall’elettronica di consumo e dagli apparecchi per le telecomunicazioni merci che compaiono e scompaiono in un niente.
Con l’eccezione del miracolo Egitto da 800mila a 33 milioni, i principali clienti della Basilicata Germania, Francia, Spagna e Polonia vanno male.
C’è poco da rallegrarsi della crisi francese e della stagnazione tedesca: vanno bene le battute sui social, ma alla fine sono ordini in meno, affari in flessione e posti di lavoro che si perderanno.
Un celodurismo masochista fatto come diceva l’intramontabile Ricucci con il xxxx degli altri.
Quanto agli Usa, 54 giorni di dazi non dicono molto: intanto è -13,1% rispetto ai primi nove mesi del 2024.
E comunque si torna a vendere qualche auto negli Usa (ma tra aprile e giugno): 5,5 milioni contro le 326 mila dell’anno prima.
PS: la foto, in un supermercato di fascia alta tedesco, ritrae il Pane di Altamura. In tutto il supermercato tra centinaia di prodotti alimentari italiani non uno dalla Basilicata! E così anche in altri che ho visitato negli ultimi mesi. Lo spread tra Bot decennale e Bund si contrae, non quello tra le chiacchiere dei lucani e i fatti.
