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Houston c’è un problema, i dati dell’export devono essere rivisti….da 0,04 a 10,10% e non è una buona notizia

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Cambiano i numeri dell’export lucano nel 2024 e il primo semestre del 2025 prende un’altra piega!

Nei dati diffusi dall’Istat il 17 settembre 2025 (che sostituivano quelli contenuti in un precedente comunicato dell’11 settembre 2025  per “la revisione dei dati di export delle regioni Campania e Lombardia e delle relative ripartizioni. La revisione, limitata al settore farmaceutico e ad alcune specifiche province di queste due regioni, si è resa necessaria a seguito di un approfondimento tecnico sulla provenienza territoriale delle esportazioni dei principali operatori del settore farmaceutico, dal quale è emersa la presenza di un errore nella corretta indicazione della provincia di origine delle merci nei dati trasmessi all’Istat”) alla Basilicata era stata assegnata una crescita rispetto al primo semestre 2024 di un misero 0,04%.

Dato che aveva da un lato fatto scrivere a Bankitalia, nella nota di aggiornamento congiunturale della Basilicata del 12 novembre che “Le esportazioni sono rimaste stazionarie in termini nominali, su livelli molto contenuti nel confronto storico”, dall’altro aveva innescato una forte polemica politica circa l’inefficacia delle misure di sostegno della Regione all’economia locale.

Nell’esame di quei dati rilevai già che, al netto della negativa performance del settore dell’auto, ci sarebbe, invece, stata una crescita del 10 per cento per la crescita sostanzialmente dei macchinari, della metallurgia e della plastica.

Nel frattempo l’Istat ha reso definitivi i dati dell’export del 2024:

i nuovi dati presentano un taglio dell’export made in Basilicata da 1.721.205.431 a 1.597.541.650,

una limatura di quasi 124 milioni (7% lo spostamento).

Cioè il 2024 è andato peggio! La flessione rispetto al 2023 non è stata del 42,4%, ma del 46,5%.

Cosa succede nel primo semestre del 2025?

L’export lucano del primo semestre del 2025 è stato di 973.403.037 milioni di euro, ma è cambiato (alla luce dei dati definitivi del 2024) il valore del 2024 che ora è 884.107.254 milioni:

il saldo è passato, quindi, da 365.717 euro a 89.295.783 euro, cioè da +0,4% al +10,10% !!!!!!

Addirittura sottraendo l’export calante di auto (che bisogna sempre ricordare è il 38,8% di tutto l’export), il progresso complessivo della Basilicata è del 25,65%!

Cioè sarebbe la prima regione, per crescita, nel primo semestre 2025 in Italia!

Per l’economia della Basilicata non è una buona notizia: può una revisione (processo normale che avviene ogni anno) spostando appena 184 milioni cambiare così le carte in tavola? Si solo perché è un’economia molto debole, perché il 40% dell’export è solo in una fabbrica (e un altro quasi 10 in mano a un altro di biscotti), perché molte voci dell’export sono volatili e collegate a singole commesse e il resto si aggrappa allo zero virgola.

Quel più 10% (che si ottiene per la diminuzione del sottraendo, il 2024) alla fine certifica che il 2024 è andato non male, ma malissimo e che essendo così sprofondato era prevedibile una qualche forma di rimbalzo.

Rimbalzo che purtroppo riguarda settori dove le cosiddette politiche industriali nazionali e locali hanno un impatto insignificante.

Una tabellina a questo punto è indispensabile, come è altrettanto indispensabile non addentrarsi ulteriormente nei settori e attendere con fiducia i dati dei primi nove mesi che saranno ressi noti a dicembre così da avere (con il 2024 definitivo) numeri più solidi per fare valutazioni più appropriate.

Diamo solo un’idea dei settori che si sono mossi di più.

Cosa è successo? I dati dell’export vengono racconti attraverso la documentazione doganale dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e da questa trasmessi all’Istat.

Si possono fare delle ipotesi.
Un primo problema che si può presentare è quello dell’errore materiale semplice durante il data entry.
Un secondoed è quello della revisione fatta con il comunicato Istat del 19 settembre – è relativo all’errore che l’operatore compie nell’attribuzione del valore a una provincia diversa da quella dove invece deve essere attribuito.
La norma di contabilità nazionale prevede che l’esportazione venda attribuita alla “provincia del territorio nazionale in cui le merci sono state prodotte oppure hanno costituito l’oggetto di operazioni di montaggio, assemblaggio, trasformazione, riparazione o manutenzione”.

Può capitare che in presenza di aziende con più unità locali, alcune transazioni vengano attribuite a una provincia diversa o alla provincia dove c’è la sede amministrativa principale.

Altrove in economie più mature, con le revisioni, si spostano i decimali, qui cambiano verso le tendenze.

E sfortunatamente non c’entra niente Trilussa!