Condizionale
Storie di ordinaria ripresa
La storia di Prospero, titolare di un bar nel centro storico di Sant’Arcangelo, potrebbe essere la storia di molti altri commercianti che in questo periodo di sospensione, di vita fuori dal tempo, è restato aggrappato a due mani alla realtà.
Ogni giorno ha continuato a recarsi al bar. Ogni giorno ha pulito, lucidato l’attrezzatura e gli arredi, ha imbiancato, sistemato, riorganizzato, ha tenuto tutto in ordine come dovesse riaprire il giorno seguente. «Pulivo sul pulito.»
Il bar nei piccoli borghi della Basilicata ha una grande funzione sociale di aggregazione, soprattutto per le persone di una certa età. È un luogo di discussione e di dibattito. È spesso l’unico centro “ricreativo-culturale”. In Basilicata ci sono 1.333 bar (Fonte ISTAT 2018), di cui circa il 70% ditte individuali. In pratica un bar ogni 425 persone, valore superiore alla media italiana di un bar ogni 500 persone.
Poi la riapertura finalmente. I segni sul pavimento a indicare la posizione dei clienti al bancone, il distanziamento dei tavolini, i dispenser con l’igienizzante. Purtroppo non si può giocare a carte, e questo è un problema.
Come sta andando? «La mattina le colazioni sono riprese. Ho deciso, pertanto, di tenere sempre aperto le mattine e di chiudere soltanto il giovedì pomeriggio».
La sua maggiore paura è naturalmente che ci siano nuovi ammalati e che questo porti di nuovo alla chiusura. «Non lo potrei sopportare».
Nel chiedergli degli annullati festeggiamenti del periodo estivo, occasione negli altri anni di maggiore vivacità del centro storico e quindi di una più numerosa clientela, la sua risposta è: «Non fa niente, ce la faremo ugualmente.»
I bar sono rientrati nell’Avviso Pubblico Fondo Perduto alle microimprese, scaduto il 22/07/2020, che prevedeva un contributo forfettario a fondo perduto, da un minimo di mille euro ad un massimo di 3 mila euro commisurato al numero dei addetti.
Foto di copertina di Raquel Guillén da Pixabay