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Melfi non vende più auto agli Usa, Basilicata senza export
Scrive l’Istat nella nota sulle esportazioni delle regioni italiane nel 2021 che:
Nel 2021, rispetto all’anno precedente, l’export mostra una crescita molto sostenuta (+18,2%) e diffusa a livello territoriale: l’aumento delle esportazioni è molto marcato per le Isole (+46,4%), intorno alla media nazionale per il Nord-ovest (+19,2%) e il Nord-est (+18,0%), più contenuto per il Centro (+15,3%) e soprattutto, per il Sud (+6,6%).
Nel complesso del 2021, tutte le regioni italiane, a eccezione della Basilicata (-14,7%), registrano incrementi dell’export: i più marcati per Sardegna (+63,4%) e Sicilia (+38,8%), i più contenuti per Puglia (+4,9%) e Abruzzo (+5,0%).
La Basilicata è dunque l’unica regione che in un anno, il 2021, ha registrato il nuovo record dell’export del Bel Paese a fare un passo indietro.
Cosa ha determinato questo risultato? Ed è tutto così chiaro?
Sostanzialmente – come avviene dal 1996 – è l’auto che gonfia ed è l’auto che sgonfia l’export lucano.
Quando nel 1998 ci fu il balzo da 389 milioni di euro a 930 (per superare il miliardo l’anno dopo) proprio mentre stava cominciando il boom dei salotti della Murgia, fu chiaro come l’economia lucana fosse marchiata dall’andamento dello stabilimento Sata (come si chiamava allora) di Melfi.
Nel grafico che segue (che è sempre visibile per i singoli item cliccando sulla legenda) c’è l’andamento dal 1991 al 2021 .
Anche nel 2021 il 96% della “perdita” (487 su 504 milioni) è attribuibile al comparto automotive e particolarmente al crollo dell’export verso gli Stati Uniti (-597 milioni di euro!).
Una flessione tutta del 2021, perché? E’ volata via dallo stabilimento di Melfi qualche produzione? O altro?
Il mercato Usa (dati primo semestre 2021) è cresciuto del 31% rispetto al 2020 (anno di pandemia, è bene sempre ricordarlo) e avrà assorbito la produzione probabilmente non venduta l’anno precedente a causa dei vari lockdown (nel 2021 la produzione ha avuto un’ulteriore flessione del 19% fermandosi a 1,5 milioni di autovetture). Quindi lo spazio c’era…..
L’altra questione di fondo, strutturale, è sempre la medesima: una piccola economia che tipo di relazione può avere con una multinazionale delle dimensioni ora di Stellantis le cui scelte prescindono territori e anche stati?
L’economia lucana si conferma ancora un oggetto confuso: la Fiat (o come si chiama ora….), il petrolio (nell’anno della ripresa dei pressi, è ripreso l’export…. una bella contraddizione….), l’alimentare che fa tanto rumore ma resta marginale: oltretutto dei 140 milioni di export, quasi la metà sono “prodotti da forno” (+22%), cioè Ferrero (Nutella Biscuits, do you remember?), i salotti che a fatica stanno risalendo la china della crisi e poco altro.
Il dramma è che sono sempre le stesse cose e che non c’è un segno, anche minimo, diverso.
Foto: L’ingresso degli operai nello stabilimento di Melfi (Potenza) della FCA (TONY VECE)