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Futuro

Le merendine salvano il 2020

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Magari non è una cifra eclatante (nella pioggia di soldi dell’anno del Covid) ma quei 119 milioni di prodotti alimentari esportati nel 2020 dalla Basilicata sono più di un segno positivo.

Anzitutto in un panorama di grandi difficoltà le esportazioni lucane hanno contenuto i danni con una flessione del solo 4,38% pari a 151 milioni di euro che a ben vedere è stato condizionata dall’industrie dell’auto (il cui export, peraltro è in flessione da un lustro) che tuttavia resta preponderante: 7 euro su 10 di prodotti esportati hanno un marchio Stellantis. Tuttavia erano 8. Sul condizionamento dell’auto all’export e, più in generale ci siamo, in particolare, prodotti qui

Perché è un segno positivo l’andamento del settore alimentare? Perché negli ultimi due anni – come si vede sotto – la componente alimentare, cioè la trasformazione delle produzione, quella con il maggiore valore aggiunto ha preso decisamente la guida del settore. E, in particolare quella dei prodotti da forno. Verrebbe da dire che questo si è prodotto grazie alle innovazioni di prodotto che negli ultimi anni hanno interessato sia gli stabilimenti delle multinazionali italiane presenti in regione, sia i molti produttori locali che con intelligenza hanno capito che era indispensabile fare il salto dai semilavorati ai prodotti finiti.

Malissimo nell’alimentare solo i prodotti lattiero caseari che si sono aggiudicati un bel -68% (da 1,7 milioni del 2019 a 563 mila del 2020)

Dall’altro nel settore agro-alimentare la parte dei prodotti freschi continua una lentissima crescita non riuscendo a fondare quota 50 milioni, a dimostrazione che le politiche di promozione hanno fatto poco e che esiste ancora un forte problema di internazionalizzazione.

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